lunedì 28 dicembre 2015

LECTIO: LA CASA SULLA ROCCIA

Lectio divina su Matteo 7,21-27

Invocare
Vieni Santo Spirito, riempi la mia casa del fuoco del tuo amore. Aiutami a restare in silenzio, per ascoltare la Parola e lasciarmi plasmare da essa. La tua Parola ferisce e risana, ma è sorgente di vita nuova.
Vieni Santo Spirito, apri gli occhi del mio cuore,e indicami la strada da seguire nelle nelle situazioni di ogni giorno, così da fare tutto in armonia con Te.

Leggere
21 Non chiunque mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22 In quel giorno molti mi diranno: "Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?". 23 Ma allora io dichiarerò loro: "Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l'iniquità!".
24 Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. 25 Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. 26 Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. 27 Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».

Capire
Quando ci si accosta al vangelo bisogna pur capire a chi indirizza l’Evangelista quanto ha scritto. Il Vangelo di Matteo. Era scritto per i cristiani convertiti dall’ebraismo, quindi per persone che tenevano molto in considerazione gli aspetti esteriori. Questo aspetto è calzante molto spesso per il nostro stile di vita in cui prevale il parlare e si dà poco spazio al fare; quanti abili parlatori, quanti profeti inutili o esegeti sapienti invece di cristiani impegnati, pronti a pagare di persona o a fare lavori “inutili” o poco “evidenti”.
Al cap. 5 del vangelo di Matteo, Gesù aprì il grande discorso evangelico con le beatitudini. Dopo aver annunziato e inaugurato i tempi nuovi della conversione in vista del regno dei cieli che è vicino (Mt 4,17), Gesù presenta un programma completo di uno stile nuovo di vita fondato sulla sua persona: È lui la “buona novella del regno” (Mt 4,23) su cui si fondano i tempi nuovi.
In questo testo particolare del settimo capitolo Gesù ribadisce che ci si entra nel regno dei cieli consapevolmente scegliendo i valori che contiene il regno con decisione e responsabilità. Una decisione che si traduce in opere che sono riconoscibili: le opere dei “figli di Dio” (Mt 5,9).

Sosto in silenzio dinanzi alla Parola, lasciandomi plasmare da Essa. Rileggo il brano aiutato da alcuni brani biblici per la meditazione
Lc 6,46; Is 29,13-14; 1Cor 12,3; Rm 2,13; Gc 1,22-25; 2,14; Lc 6,47-49; Mc 9,38; Lc 10,20

Meditare
Non chiunque mi dice: "Signore, Signore"...  ma colui che fa la volontà del Padre mio. 
Quante volte mi capita di ritrovarmi in queste parole. Le parole però non bastano, i buoni sentimenti non bastano, le buone intenzioni anche loro di per sé non bastano. Si potrebbe fare qualche distinzione, ma in tutti i modi quello che mi viene chiesto è una decisione che riguarda la vita, i comportamenti, le scelte effettive della mia vita. Il fondamento della mia sicurezza sta nell’edificare la mia esistenza sulla Parola di Dio. Il versetto racchiude questo continuo parlare, riempirsi di Dio, per poi dimenticarsi di Lui, di fare la sua volontà.
Come già altre volte (cfr. Mt 15,8), il Signore richiama i suoi ascoltatori alla necessità della coerenza fra il dire e il fare, ed invita ad aderire a Lui non solo con le parole ma anche con i fatti. Parlare è sempre molto più facile che fare, e il fatto che il Signore vuole da noi è che gli facciamo dono della nostra volontà, perché solo così riuscirà a salvarci veramente, solo così riuscirà a condurci nel suo Regno per una strada Lui solo conosce.

Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia
Qui subentra un “dunque” (“perciò”) esplicativo di contenuto sapienziale, in quanto chi ascolta la parola di Dio, è assimilato all’uomo sapiente (cfr. Mt 25,2; Ez 13,10-14; 1Cor 3,12-15) per dono divino.
C’è una saggezza che conduce a costruire la propria vita in Cristo, roccia della vita. La roccia fa pensare alla sicurezza, alla salvezza. La saggezza ci conduce a fare discernimento della realtà, sugli eventi della vita con maggiore responsabilità. L’alternativa è costruire sulla sabbia, dove non c’è consistenza e sicurezza, come direbbe san Paolo: “Passa infatti la figura di questo mondo!' (1Cor 7,31). La Parola di Gesù è la roccia che dà stabilità, fondamento solido che da consistenza a ogni parola umana sul regno.
Il discepolo deve appoggiarsi a Cristo (la roccia 1Cor 10,1-4; 1Pt 2,1-10; Mt 21,42), l’unico capace di rendere incrollabile la fede del discepolo, di sottrarla alla fragilità. Il progetto cristiano non può contare sulle nostre forze, ma unicamente sull’amore di Dio. È nella forza di Dio che l’uomo trova la sua consistenza. Non c’è vera fede senza impegno morale. La preghiera e l’azione, l’ascolto e la pratica sono ugualmente importanti.

Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. 
Leggendo il versetto mi fermo a pensare come la vita ha le sue prove quotidiane. Il testo insiste (anche al v. 27): le intemperie cadono sulla casa costruita sulla sabbia e le stesse sulla casa costruita sulla roccia. Qui la logica di Dio si incontra con la nostra. Ma è sempre la Parola che mi radica che mi fa ripetere “Sei tu, Signore, per me una roccia di rifugio” e sarà il Signore che saggerà la consistenza della mia vita.
In queste parole, in maniera implicita, abbiamo un richiamo all’obbedienza della Parola che è espressione massima e concreta, esistenziale, della fiducia e dell’amore che abbiamo verso Dio. È
questione di fedeltà e abbandono: “Porrete nel cuore e nell’anima queste mie parole” (Dt 11,18). Non è che obbedienza del figlio che si fida del Padre. “In te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso” (Sal 31,2).

Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica… 
I versetti conclusivi, sono la conclusione, la riprova al contrario, e nel loro ripetersi e incoraggiare sottolineano l’importanza della Parola di Dio nella vita.
L’importante non è il tanto affannarsi ma il costruirsi sopra la Parola di Dio, mettendola in pratica con docilità e carità, perché senza la carità che ci unisce a Dio e alla sua volontà non siamo nulla e nulla ci giova (1Cor 13,1-13). “Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà” (1Cor 13,8). Solo “la carità non avrà mai fine” (1Cor 13,8).
Come una casa è salda solo se è costruita sulla roccia, così la comunità, come edificio di Dio, è sorretta dal fondamento che le conferisce una saldezza incrollabile (1Cor 3,10-11; Ef 2,20; 2Tm 2,19).

Chiediamo al Signore, alla fine di questa meditazione, che la nostra esistenza sia costruita sulla conoscenza e l’adesione alla Parola, e di darci sempre la coscienza della grazia dell’amore di Dio per noi.
A Colui che era, che è e che viene, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.  Amen.

Vivere
Raccogli una frase del Vangelo e attualizzala nella tua vita pratica, cercando di fare il passaggio dal semplice uditore all’uditore che attualizza quanto ascolta. Fare la volontà del Padre significa ascoltare la parola di Gesù  e metterla in pratica

Dove poggio la mia casa, la mia esistenza? Nella mia vita ho fatto delle scelte che mi hanno posto di fronte alle scelte tra Dio ed il mondo?
Ho sperimentato qualche volta nella mia vita che le scelte fatte appoggiandomi alla legge di Dio mi hanno portato benedizione?
Nella mia vita è stato sempre facile operare delle scelte giuste secondo Dio? Ci sono riuscito sempre? Quando si è verificato qualche insuccesso nelle scelte, mi sono reso conto mai della giustificazione operata dalla croce di Cristo?
Come puoi contribuire all’edificazione della Chiesa?

Pregare
Mettiti in silenzio e accogli le parole di Gesù nel tuo cuore. Praticando queste parole, finirai per trasformarti in Lui. Concludi la tua preghiera con il Salmo 30

In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso;
difendimi per la tua giustizia.
Tendi a me il tuo orecchio,
vieni presto a liberarmi.

Sii per me una roccia di rifugio,
un luogo fortificato che mi salva.
Perché mia rupe e mia fortezza tu sei,
per il tuo nome guidami e conducimi.

Sul tuo servo fa’ splendere il tuo volto,
salvami per la tua misericordia.
Siate forti, rendete saldo il vostro cuore,
voi tutti che sperate nel Signore.