venerdì 24 luglio 2020

IL COSTO DEL DISCEPOLATO

Lectio divina su Lc 14,25-33

Invocare
O Dio, tu sai come a stento ci raffiguriamo le cose terrestri, e con quale maggiore fatica possiamo rintracciare quelle del cielo; donaci la sapienza del tuo Spirito, perché da veri discepoli portiamo la nostra croce ogni giorno dietro il Cristo tuo Figlio. Amen.

Leggere
28 Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? 29 Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, 30 dicendo: «Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro». 31 Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? 32 Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. 33 Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.

Un momento di silenzio meditativo perché la Parola possa entrare in noi ed illuminare la nostra vita.

Dentro il Testo
La Parola di Dio ci offre l'opportunità di riflettere sulla sequela di Cristo. Il vangelo, letto coi vv. 25-27,  mette in evidenza le caratteristiche del discepolo di Gesù: amare il Maestro con un legame più forte di quello che ha con la famiglia, accettare – portare - la croce seguendo le orme di chi lo chiama, e valutare bene la propria reale disponibilità. Il Signore propone ai suoi una scelta radicale, che supera qualsiasi altro legame, fino a metterli in secondo piano (questo il senso dell'«odiare» usato nei confronti della famiglia). Emerge il rischio della delusione – una dichiarazione di guerra improvvida, o una costruzione avventata – che nasce dall'aver preso la scelta troppo alla leggera, pensando che si è discepoli di Gesù solo perché ci si entusiasmo un poco di fronte alle sue idee.
Le due parabole mostrano la necessità di riflettere prima di un'impresa importante. Così, Gesù esorta ad aprire bene gli occhi e a misurare attentamente le proprie forze prima di mettersi alla sua sequela. Non nasconde, ovviamente, la sua ferma convinzione che il calcolo più saggio, anzi l'unico calcolo da fare, è decidere di seguirlo con la radicalità che Lui si attende. Con linguaggio tagliente Gesù ci traccia l'identikit del cristiano, per il quale il legame con Lui è il valore più grande che ci sia. Un legame di appartenenza totale a Cristo, operata dal battesimo, che a livello esistenziale non può essere vissuta a metà o in parte, ma interamente, con radicalità.

Meditare
v. 28: Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? 
La torre richiama l'esperienza biblica di Babele. Nella costruzione della torre di Babele, troviamo il segno della presunzione umana che pretende di arrivare a Dio solo con i propri mezzi. Gesù usa proprio il simbolo della torre come elevazione dell'uomo verso Dio. Costruire una torre richiede una spesa non indifferente per chi ha poche risorse. Il buon desiderio di costruire se stessi non è sufficiente per farlo, è necessario sedersi, calcolare le spese, cercare i mezzi per portare il lavoro a compimento. La vita dell'uomo resta incompiuta e insoddisfatta perché tanto il progetto della costruzione è meraviglioso quanto i debiti del cantiere enormi! Un progetto su misura: non saper calcolare ciò che è in nostra capacità di compiere non è la saggezza di chi dopo aver arato attende la pioggia, ma l'incoscienza di chi attende la fioritura e il raccolto da semi gettati tra sassi e rovi, senza fare la fatica di dissodare il terreno.
Sedersi per calcolare la spesa. È quello stile che si chiama discernimento e capacità di vedere con gli occhi della fede in Dio. Tante persone credono che per poter seguire Cristo bisogna dire no a ciò che si ha di più caro, come se l'amore di Cristo sia totalitario. L'amore di Dio, invece, è totalizzante, nel senso che una volta che il proprio cuore lo si è aperto a quello di Dio la reciproca trasfusione di donazione ha preso avvio.
vv. 29-30: Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: «Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro».
La derisione degli altri che arriva come grandine sui sentimenti di speranza di chi voleva arrivare in alto con le sue sole forze è il compenso alla propria arroganza vestita di buona volontà. Quante umiliazioni ognuno porta con sé, ma quanto poco frutto da queste esperienze di dolore! Avere le fondamenta e non ultimare la costruzione, serve a ben poco. I desideri che si infrangono qualche volta sono buoni tutori al nostro ingenuo affermarci... ma noi non li comprenderemo finché tentiamo di coprire l'insuccesso e la delusione del risveglio dal mondo fiabesco dei sogni dell'infanzia. Gesù ci chiede di diventare bambini sì, ma un bambino non pretenderà mai di costruire una torre "vera"! Si accontenterà di una piccola torre sulla riva del mare, perché conosce bene le sue capacità.
Ogni cristiano, se vuole essere realmente discepolo di Gesù, deve riflettere prima di iniziare a seguirlo perché la realtà cristiana è una cosa seria, che mette tutto in gioco, anche la propria vita e i propri beni, per vivere pienamente tale scelta. Diversamente si fallisce prima di iniziare.
vv. 31-32: Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? 
Ancora una parabola attraverso il quale Gesù continua il suo insegnamento parlando delle scelte di fronte alle quali si trova il discepolo che vuole seguirlo. Questa volta attraverso il "re guerriero" che pondera tutto prima di agire.
Qui c'è un combattimento che dobbiamo sostenere contro il demonio, contro il mondo, e contro noi stessi nelle tentazioni e nei desideri della carne. Ogni cristiano deve essere pronto a rinunciare effettivamente a tutto ciò che gli è di ostacolo per ottenere l'eterna salute.
Gesù suggerisce di calcolare bene la potenza del nemico e premunirsi per non soccombere.
Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace
Nessuna battaglia si potrà mai vincere senza ambascerie di pace. Combattere per avere supremazia regale su ogni altro è di per sé una battaglia perduta. Perché l'uomo non è chiamato ad essere re di dominio, ma signore di pace. E avvicinarsi all'altro mentre è ancora lontano è il segno più bello della vittoria dove nessuno perde e nessuno vince, ma tutti si diventa servi dell'unica vera sovrana del mondo: la pace, la pienezza dei doni di Dio.
v. 33: Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo. 
Qui abbiamo la condizione per seguire Gesù. Lui subito ci dice che abbiamo troppe cose. Siamo addossati di troppi beni. Abbiamo bisogno di liberarcene. Ecco che nasce l'invito a rinunciare alla logica del possesso, dell'avere, per entrare nella logica del dono, della gratuità. Gesù domanda la libertà di fronte ai beni, la disponibilità a condividerli con chi soffre, la gioia di servirlo in chiunque è bisognoso e umiliato. La rinuncia del cristiano non è mortificazione fine a se stessa. L'ascesi cristiana è la possibilità di scoprire il nostro essere veri uomini come discepoli di Cristo. È il ricercatore che, trovata la perla vende tutto per poterla tenere per sé.
Nel discepolato di Cristo, che sembra essere esigente, troviamo il senso profondo del nostro esistere perché scopriamo in Cristo il nostro unico e vero bene. Aggrappati a Lui avremo il coraggio di mettere tutti i nostri doni al servizio degli altri.

Alcune domande per la riflessione personale e il confronto
So bene cosa vuol dire essere discepolo Cristo Gesù?  
Sono convinto che sia necessario arrivare a separarmi da tutto ciò che lega il cuore: affetti ricevuti e donati, la vita stessa, per seguire Gesù?
Sono convinto che la chiave della sequela sia la povertà del non possedere, ma la beatitudine dell'appartenenza?

Pregare
Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.

È lui che l'ha fondato sui mari
e sui fiumi l'ha stabilito.

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?

Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli,
chi non giura con inganno.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.

Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.

Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche,
ed entri il re della gloria.

Chi è questo re della gloria?
Il Signore forte e valoroso,
il Signore valoroso in battaglia.

Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche,
ed entri il re della gloria.

Chi è mai questo re della gloria?
Il Signore degli eserciti è il re della gloria. (Sal 24).

Contemplare-agire
Lasciamo che lo Spirito Santo entri nella nostra vita. Chiediamo allo Spirito Santo la lucidità interiore per cogliere i legacci e gli impedimenti dell'ego per poter seguire meglio la via del Vangelo.